La mostra “Storia dell’Astrologia dai Caldei agli albori della Scienza” nasce come mostra realizzata dall’Associazione Archeosofica che ha il fine di colmare una grave lacuna nella divulgazione della storia del pensiero umano.
Nel passaggio dall’era del pressappoco a quella della precisione, come ebbe a definirla Koyré, un gran numero di conoscenze tradizionali relative all’uomo e alla sua psiche sono andate perdute. Oggi che il sistema scientifico ha acquisito una sua individualità e contorni ben delineati, è necessario procedere con il recupero e la divulgazione contestualizzata di quelle conoscenze tradizionali e correnti di pensiero che possono ampliare la nostra visione del mondo e spingerci a riflettere sulla transitorietà dei paradigmi scientifici; promuovendo così una riflessione e un pensiero personale per la formazione individuale di un sistema gnoseologico autonomo, ampio, illuminato, capace di trascendere la transitorietà delle culture e del tempo. In questo processo la Storia dell’Astrologia ricopre un posto unico.
Solo l’Astrologia infatti è stata capace di mantenere nel corso della storia un così folto numero di conoscenze, di simboli e precetti tradizionali, riunendo al contempo linee di ragionamento arcaiche ed ancestrali a realtà ed eventi contemporanei e persino futuri. Al tempo delle grandi teocrazie, l’astrologia era vista come lo strumento per leggere il piano divino per i popoli, quando il fato decretava inappellabile il futuro dei singoli individui, questo veniva letto dai matematici grazie alle meraviglie dell’astrologia giudiziaria, quando la Volontà umana sorgeva per emanciparsi dal proprio destino, lo faceva grazie al sapiente uso degli influssi astrali, quando l’umanità si inabissava nei meandri dell’inconscio trovava negli astri degli splendidi archetipi universali, quando entrava nell’era scientifica ecco comparire l’astrologia statistica di Von Klocker e quella biologica di Krafft. Se le correnti del pensiero umano si sono succedute ininterrottamente nel corso dei secoli e della storia, l’Astrologia è sempre rimasta presente, quasi fosse un soggetto piuttosto che uno strumento di studio. La Storia dell’Astrologia è una storia del pensiero umano, in essa si riflette la storia dell’Uomo nel suo rapporto con il Cosmo, pensato non come realtà esterna e indipendente dall’uomo, ma come parte integrante di lui e che ne racchiude l’intimo mistero.
“Storia dell’Astrologia
dai Caldei ai giorni nostri”
2-10 Settembre
Palazzo del Podestà
Piazza del Campo,
Siena
Si parla di Numeri e Arte il 19 Settembre al Centro di Arte Contemporanea le Papesse, dove l’Associazione Archeosofica ha deciso di partecipare con delle esposizioni artistiche di A. Benassai e una conferenza esplicativa sul tema.
Estratto dalla conferenza “Il numero come soggetto artistico nelle creazioni di A. Benassai” tenuta da D. Corradetti
Le investigazioni artistiche in campo numerico di Benassai, si sviluppano lungo una linea di ricerca matematico-artistica parallela e complementare agli studi operati dagli altri artisti contemporanei, ritagliandosi uno spazio autonomo ed indipendente. La peculiarità di tali studi risiede in un diverso uso funzionale del numero. Nelle creazioni numeriche di Benassai il numero non è più inteso come elemento figurativo puro e semplice privo di caratteristiche proprie o come sublime strumento astrattivo capace di liberare la tela dal suo contenuto. Nelle opere di questo artista toscano il numero cessa di essere uno strumento artistico per diventare soggetto artistico stesso dotato di una autonomia e di una individualità propria che costituiscono il soggetto rappresentato. Il percorso artistico intrapreso da Benassai mira svincolare il numero dal legame accidentale con la cifra che lo rappresenta, al fine di esaltarne il contenuto, privo da contingenze storiche o geografiche. Lo ispirano in tal senso lo studio approfondito del pensiero di Pitagora, Vladimir Solove’ev e Tommaso Palamidessi. Nell’ordine di scindere il significante numerico dal numero stesso l’artista intraprende un percorso che lo porterà ad abbracciare nuove modalità di rappresentazione numerica come base strutturale delle sue opere. L’accurata scelta di formule matematiche coerenti con il simbolismo tradizionale dei numeri (di cui è un profondo studioso) fornisce la base sostanziale dell’opera, pronta per la sua rielaborazione e ricostruzione grafica ed integrazione compositiva con elementi figurativi semanticamente distinti (vedi le creazioni di Egitto:Arte e Mistero). La separazione contestuale degli elementi figurativi usati, al fine di una riunione superiore nella tela stessa, è uno dei tratti caratteristici dell’opera di Benassai. Il luogo artistico, grazie all’uso funzionale dei numeri, appare come un luogo astratto, incorporeo, fuori dalle barriere dello spazio, del tempo e delle contingenze culturali e storiche. Tale luogo artistico risulta tuttavia allo spettatore non come vuota privazione di contenuti, bensì come luogo positivo indicante un ben preciso rapporto tra lo spettatore ed i simboli rappresentati . Grazie all’uso positivo ed affermativo dei numeri, Benassai riesce a perseguire il procedimento di astrazione positiva additato da Solove’ev nei I Principi della Conoscenza Integrale. Secondo tale procedimento, il processo di astrazione non nega i significati particolari delle idee, tramite una successiva privazione di contenuti, ma li accoglie al fine di ritrovare una riunione superiore tra essi, al di sopra delle contingenze che li vogliono divisi. L’astrazione porta così all’esistenza di un luogo artistico immune da contaminazioni accidentali e costituito da rapporti puri, in cui vengono rievocate tradizioni arcaiche e simboli moderni ed il cui rapporto con l’artista-spettatore è fotografato dalla tela. Il luogo artistico rappresenta uno stato di esistenza (ex-sistere, “stare fuori” secondo Heidegger) metafisico ed interiore in cui vive un rapporto esplicito fra il simbolo e lo spettatore. In tale ottica, l’uso della rappresentazione frattale è un elemento fondamentale per il processo. Lo studio dei numeri partendo dalle loro proprietà matematiche, invece che dal loro simbolismo grafico, libera il luogo artistico dalle convenzioni grafiche dei numeri, delle quali altrimenti rimarrebbe prigioniero, ma ne mantiene la forza astrattiva.
Il fascino senza età dell’antico Egitto e il suo carico di misteri. Sono questi gli elementi principali della mostra documentaria-artistica che si inaugura questa sera 10 luglio al centro congressi Principe di Piemonte.
L’allestimento dall’emblematico titolo “Egitto, Arte e Mistero” è organizzato dall’Associazione Archeosofica con il patrocinio del Comune di Viareggio e sarà aperto dalla conferenza di presentazione “I segreti dell’antico Egitto”. Assolute protagoniste dell’esposizione saranno le sessanta opere realizzate dal presidente dell’associazione Archeosofica, Alessandro Benassai, noto per le sue scoperte sul simbolismo numerico e geometrico delle grandi piramidi.
Si tratta di immagini di notevoli dimensioni (100×140 e 100×100) che richiamano, seguendo canoni estetici precisi, elementi egizi con profondi cieli stellati realmente fotografati con un telescopio astronomico, geometrie di colori sapientemente create ma anche ritratti di personaggi carichi di mistero come la splendida regina Nefertiti e l’enigmatico faraone Akhenaton. Per i più curiosi ci sarà poi la possibilità di entrare in una saletta video all’interno della quale scorreranno le immagini di un filmato che introdurrà i visitatori all’interno della celebre piramide di Cheope, spiegando con linguaggio ora semplice ora velato i misteri che essa contiene. La mostra sarà aperta al pubblico tutti i giorni fino al 25 luglio dalle 18 alle 24.
Si rinnova la collaborazione con l’Ambasciata Egiziana a Berlino per la nuova Mostra documentaria dell’Associazione Archeosofica “Egitto Arte e Mistero”. Partecipano all’inaugurazione tenuta il 7 Maggio l’Ambasciatore Egiziano S.E. Mohamed Al Orabi.
Assolute protagoniste dell’esposizione saranno le sessanta opere realizzate dal presidente dell’associazione Archeosofica, Alessandro Benassai, noto per le sue scoperte sul simbolismo numerico e geometrico delle grandi piramidi. Si tratta di immagini che richiamano, seguendo canoni estetici precisi, elementi egizi con profondi cieli stellati realmente fotografati con un telescopio astronomico, geometrie di colori sapientemente create ma anche ritratti di personaggi carichi di mistero come la splendida regina Nefertiti e l’enigmatico faraone Akhenaton. Per i più curiosi ci sarà poi la possibilità di entrare in una saletta video all’interno della quale scorreranno le immagini di un filmato che introdurrà i visitatori all’interno della celebre piramide di Cheope, spiegando con linguaggio ora semplice ora velato i misteri che essa contiene.
In Collaborazione con l’Ambasciata Egiziana a Berlino viene inaugurata a Novembre 2005 la Mostra documentaria dell’Associazione Archeosofica “I Segreti dell’Antico Egitto”. Partecipano all’inaugurazione l’Ambasciatore Egiziano S.E. Mohamed Al Orabi. L’organizzazione è stata resa possibile anche al valente aiuto della dott.ssa Anna Bohnenkamper.
Il fascino della Mostra è arricchita da immagini artistiche che riportano alla luce le preziose raffigurazioni della regale arte millenaria dei faraoni, realizzate da Benassai e dalla Sezione Multimediale dell’Associazione Archeosofica con proiezioni cinematografiche. Non sono mancate conferenze e incontri sui temi fondamentali della mostra, e cioè: “I faraoni e il mistero della rinascita”; “Astronomia egiziana, i segreti del Planisfero di Denderah “; “La geometria simbolica della piramide di Snefru: il re architetto”; “La donna nei misteri egiziani”. Attraverso i tempi i maggiori scrittori e filosofi greci hanno parlato dell’Egitto come il centro della religione e della scienza a cui attinsero non solo tutti i saggi contemporanei ma perfino i moderni, che ancora oggi cercano di ricostruire attraverso strie e papiri i meravigliosi insegnamenti spirituali che i sacerdoti gelosamente custodivano migliaia di anni or sono nei loro tempi.